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Chi incassa

Ecco chi incassa.

I virus mortali fanno una cosa: divorano l’organismo ospite fino a ucciderlo. Per nulla una strategia intelligente, poiché con l’ospite muore anche il virus. Le elite finanziarie e grandi industriali sembrano comportarsi esattamente allo stesso modo. A loro il concetto di valutazione del rischio sistemico – cioè fare attenzione alle conseguenze a lungo termine delle loro scommesse sulle società che le ospitano – è sconosciuto. Come si è detto, e in metafora, sono riusciti a prendersi la vacca grassa, ma la stanno mungendo a morte.

Ciò è fondamentale nel contesto di questo saggio, poiché una delle domande che più di frequente il pubblico pone dopo aver saputo cosa realmente ci hanno fatto è: “Ma a cosa gli serve controllare la ricchezza mondiale se poi ci rendono tutti più poveri e ci distruggono le economie?”. La risposta è importantissima, ed è purtroppo agghiacciate. Formerà il finale di questo scritto, ma posso anticiparvi che in ogni caso rimane vero quanto detto sopra: loro non si pongono il problema del domani, dei nuovi poveri, delle economie al collasso. Il loro orizzonte è oggi, è la chiusura di borsa di stasera, è l’incasso della scommessa sul debito greco di domani. Ma ecco chi incassa e come.

La svolta del terzo millennio fu il momento in cui i frutti di 75 anni di pianificazione Neoclassica, Neomercantile e Neoliberista si presentarono ai piedi delle elite. I due maggiori eventi dell’epoca, la crisi finanziaria dal 2007 ad oggi e l’implosione in atto dell’Eurozona, gli hanno regalato fortune inimmaginabili. Sono divisibili in cinque capitoli.

  1. Bolle ipertrofiche e una massa di stupidi strizzati a dovere.

Torniamo alla domanda di cui sopra: “Ma a cosa gli serve controllare la ricchezza mondiale se poi ci rendono tutti più poveri e ci distruggono le economie?”. Due risposte. La prima riparte dal dogma economico delle elite secondo cui lo Stato virtuoso spende come la buona famiglia, cioè guadagna di più di quanto spende. In altre parole: pareggiare i bilanci dello Stato, e questo è diventato una religione mondiale. Ma come si è detto, nel momento in cui il deficit a moneta sovrana si riduce, immediatamente la società dei cittadini diviene più povera. E cosa possono fare le persone se il reddito cala? O si rassegnano a una vita più magra, oppure fanno debiti. Badate che per molti non si tratta di continuare a fare gli aperitivi al mare o di comprare il terzo Ipad, ma proprio di sopravvivere con affitti, spesa, scuola dei figli o salute.

Durante gli anni ‘90 il presidente americano Bill Clinton fece di tutto per pareggiare i bilanci USA. In tal modo gli americani (salvo i ricchissimi) e le piccole e medie aziende furono costretti a far debiti per non affondare. Ma milioni di persone e aziende che fanno debiti significa che dall’altra parte si crea un’equivalente quantità di ricchezza finanziaria nelle mani di chi emette i crediti. Il settore finanziario si espande incredibilmente rispetto a quello che produce cose concrete, e ora detiene miliardi su miliardi di debiti emessi da cittadini e aziende (come accaduto anche in Francia, Spagna, Irlanda). La tentazione da parte dei creditori di giocare all’azzardo con tutti quei soldi (fittizi) è enorme. E lo fecero, creando un mondo surreale di prodotti finanziari composti da debiti impacchettati, poi re-­‐impacchettati, e poi re-­‐re-­‐impacchettati, poi suddivisi in altri prodotti ancora e venduti a mezzo mondo come investimenti sicuri. Ci cascarono le maggiori banche del mondo, gli Stati, i risparmiatori, persino i Comuni. Ma era ovvio che questi azzardi che si giocavano su debiti di gente di ogni sorta sarebbero poi esplosi in un disastro globale. L’economista MMT Randall Wray commenta: “Fecero a gara per selezionare i prodotti più rischiosi e rivenderli verniciati da investimenti sicuri, scommesse su mutui ad alto rischio dove vince a seconda dei casi chi indovina se il debitore lo ripagherà o no (…) Per ogni dollaro reale nel sistema ce n’erano 5 fittizi, e immense quantità di altri dollari inventati nei prodotti derivati (…) Ma impacchettarono anche i debiti delle carte di credito, degli studenti, di chiunque(35).

Fu una follia frenetica che si impadronì dell’ingordigia di tantissimi, inclusi i piccoli risparmiatori, ma si sappia che quando una cosa riscuote tanto successo sul mercato ovviamente il suo prezzo va alle stelle, causando il fenomeno noto come “inflazione dei beni finanziari(36). E questa inflazione si trasformò in un pallone gonfiato enorme, che poi divenne una bolla speculativa cosmica, che alla fine, esplose come sempre accade a queste bolle scellerate. Non ci voleva un genio a capire che in giochi così astrusi e truffaldini vincono solo pochissimi esperti, furbi, e connessi coi poteri giusti per emergere vincenti dal maremoto. Sono gli investitori come Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Morgan Stanley, Bank of America, Barclays Capital, Credit Suisse, Deutsche Bank, UBS, HSBC, BNP Paribas, ING Groep, Banco Bilbao, Rabobank, Banco Santander, Nomura, Wells Fargo, Societé General, o gli squali degli Hedge Funds come Bridgewater, John Paulson, Soros Fund, Goldman Sachs Asset Management, Tricadia, Magnetar, che speciulano su altre speculazioni con astrusissime scommesse. In altre parole: ecco le elite che incassano mostruosamente, gli intoccabili che sfiorano la galera ma non ci finiscono mai. John Paulson e il suo Hedge Fund che complottava con Goldman Sachs, ha incassato 12 miliardi (sic) di dollari da questa crisi, che loro hanno orchestrato in gran parte e che intanto stava rovinando milioni di vite. Le cifre incassate dagli altri sono di pubblico domino, non mi dilungo qui a listarle.

Per riassumere: uno dei dogmi fondamentali delle elite Neoclassiche, Neomercantili e Neoliberiste, cioè pareggiare i bilanci, fu sfruttato per portare intere società in difficoltà economiche. L’indebitamento di famiglie e le aziende arrivò alle stelle e fu usato da una cabala di speculatori per fare miliardi su miliardi. Quasi tutti gli altri ci persero. Fiumi di lavoratori stanno soffrendo immensamente, milioni di aziende in tutto il mondo stanno fallendo, i Comuni sono stati fregati e hanno enormi buchi in rosso, i governi devono piombare nella Spesa a Deficit Negativa per salvare il salvabile, e per salvare anche le mega-­‐banche criminose, perché se no ci trascinano ancora più giù. Ora capite perché li chiamo criminali.

 

  1. Ricchezza sgonfiata, super profitti.

Per la seconda volta: “Ma a cosa gli serve controllare la ricchezza mondiale se poi ci rendono tutti più poveri e ci distruggono le economie?”. Per capire la seconda parte della risposta, uno deve comprendere cosa significa la Spirale della Deflazione Economica Imposta.

E’, questa, una delle parti del piano che è quasi affascinante nella sua diabolicità. Ricordiamoci che secondo la teoria economica del Modern Money Theory, e come si desume anche dai fatti odierni, gli effetti di tre dogmi del piano Neoclassico, Neomercantile e Neoliberista (cioè a) bisogna evitare la piana occupazione se no ci sarà inflazione, b) bisogna abbassare gli stipendi per creare occupazione, c) l’Euro sarà moneta non sovrana che tutti gli Stati devono prendere in prestito) si sono uniti all’Isteria da Deficit nel ridurre intere nazioni nella spirale della Spesa a Deficit Negativa e dei ricatti degli investitori internazionali. Ma come accade questo esattamente?

Immaginate una società che vive in una nazione sovrana (la società va definita come l’insieme dei cittadini e di tutte le attività private, escluso lo Stato e il suo settore pubblico). Immaginate questa società come fosse un contenitore. In esso ci saranno soldi, in quantità X (i soldi sono le banconote, i titoli di Stato, i conti correnti, i debiti ecc.). Normalmente quando in una società qualcuno fa denaro significa che qualcun altro lo ha speso, quindi si tratta di soldi

che solamnete si spostano dalle tasche di uno a quelle dell’altro. Anche quando qualcuno ammassa una fortuna tutto quello che è accaduto è che un flusso di denaro si è spostato da molte tasche al conto di questo riccone. Ricordate sempre che abbiamo escluso lo Stato da questo ragionamento. Quindi stiamo parlando di ricchezza finanziaria che gira in tondo da qui a là e da là a qui a seconda di chi spende e di chi incassa. Non ci sono nuovi soldi netti che si aggiungono al contenitore, ma sempre gli stessi che entrano o escono in e da tasche. Anche quando le banche creano crediti, essi sono bilanciati dal debito di chi li riceve, quindi di nuovo nulla di netto si aggiunge al contenitore. Al netto significa denaro che si aggiunge senza che nessun altro se ne sia privato o senza che nessuno abbia contratto un debito corrispondente. Cioè ricchezza vera di cui tutti beneficiano.

Ok, abbiamo questo contenitore chiamato società che da solo non può creare ricchezza finanziaria nuova al netto. Può solo far girare denaro in tondo. La sua unica chance di ottenere nuova ricchezza finanziaria è se qualcuno dall’esterno del contenitore vi immette del denaro. E ci sono solo due entità che possono fare questo: lo Stato (a patto che abbia moneta sovrana) o le nazioni estere. Lo Stato lo fa spendendo più di quanto ci tassi, cioè accredita i conti di chi gli vende cose o servizi più di quanto li debiti con le tasse. Le nazioni straniere lo fanno comprandoci i prodotti più di quanto ce ne vendano. Quindi se una società spera di crescere nella ricchezza finanziaria al netto può solo contare sul deficit dello Stato o sull’export. L’export però è imprevedibile, per cui la fonte più certa di ricchezza nuova e netta per noi privati è lo Stato a moneta sovrana, che può spendere a deficit senza reali problemi (come spiegato nella Parte Tecnica).

Ma cosa accade quando il denaro nuove e al netto arriva nella società? Se il governo dirige quella spesa ad acquistare cose che noi offriamo (beni + servizi), all’aumento delle produttività e alla tutela dei cittadini (cioè Spesa a Deficit Positiva), allora inevitabilmente anche le aziende si arricchiranno, si creeranno posti di lavoro, aumenteranno gli stipendi e dunque i risparmi, e i risparmi saranno spesi per di nuovo arricchire qualcuno, ridistribuire ricchezza, creare ancora occupazione e così via in un circolo virtuoso. L’economia ne beneficia e anche la gente. Ok, ora fermi tutti. E facciamo questo percorso al contrario.

Immaginate che il governo smetta di versare più denaro nel contenitore di quanto lo tassi; in altre parole, smette la Spesa a Deficit Positiva perché i dogmi economici vigenti come l’Isteria da Deficit glielo impongono (come accade nel mondo reale). A quel punto le aziende si aspettano di vendere di meno e quindi assumeranno meno lavoratori; la disoccupazione aumenta e i risparmi delle famiglie calano, i cittadini spenderanno di meno, la richiesta di prodotti cala anch’essa e l’economia soffre. Tipicamente a questo punto arrivano le ricette per la ripresa economica dettate proprio dalle elite Neoclassiche, Neomercantili e Neoliberiste: tagliare gli stipendi, evitare la piena occupazione per tenere a bada l’inflazione, o persino privare i governi della loro capacità di spesa (come nell’Eurozona). Ricette che possono slo impoverirci ulteriormente. Una spirale a quel punto si innesca con ancor meno redditi, meno richiesta, meno vendite dappertutto, le aziende finiscono ancor più nei guai, licenziano di più, i governi devono intervenire a metterci delle costosissime (e inutili) pezze a suon di ammortizzatori sociali e salvataggi di banche e si ficcano sempre più nella Spesa a Deficit Negativa. Ma non finisce qui. Cala il PIL e quindi il deficit dello Stato sembrerà ancor più ipertrofico (perché viene calcolato in rapporto al PIL e se questo cala, la percentuale del deficit sul PIL cresce). A quel punto i mercati e le agenzie di rating (quelle che danno le pagelle alle economie) si allarmano, e spesso bocciano l’affidabilità economica di quei governi. Il Financial Times, commentando i guai della Spagna, ha scritto con efficacia che “essa rischia di cader vittima di un circolo vizioso di bocciature che portano nervosismo ai mercati che di nuovo portano altre bocciature e tassi più alti da pagare(37). Gli Stati sottoposti a questa spirale

sprofondano viepiù, e di regola questo è il momento dell’entrata in azione del Fondo Monetario Internazionale e dei consiglieri economici Neoclassici e Neoliberisti, quelli della notoria “Terapia Shock”, che di sicuro prescrivono ancor più di questa medicina disastrosa: il governo deve risparmiare e tagliare dappertutto, specialmente nello Stato Sociale e negli stipendi pubblici. I tagli impoveriranno i cittadini sempre più, le aziende soffrono sempre più, e la maledetta spirale prende ancor più impeto. Siamo cioè nel pieno della Spirale della Deflazione Economica Imposta.

Nel caso dell’Eurozona, di cui tratterò nei dettagli più avanti, c’è una ulteriore colpo inferto alla stabilità economica. E’ causato dalla consapevolezza da parte dei mercati internazionali che una moneta non sovrana come l’Euro non è sostenibile, perché tutti gli Stati aderenti devono prenderla in prestito e non la possono emettere. E l’Eurozona non ha neppure un’autorità di spesa centrale, che rende le cose anche peggiori. Per gli Stati dell’Euro il rischio di bancarotta è a questo punto vero, ed è per questo che sono perennemente soggetti alla sfiducia dei mercati, che peggiora sempre più il disastro della Spirale della Deflazione Economica Imposta. E non accusatemi di sadismo se continuo: poiché i 17 Stati dell’Eurozona sono tutti prigionieri di un’unica moneta che non posseggono nonostante abbiano economie molto diverse, quelli più deboli non possono più aiutare la propria competitività svalutando la moneta sovrana (non l’hanno più). Inoltre sono limitati nella Spesa a Deficit Positiva anche dai Trattati UE (patto di Stabilità, ad es.), e a quel punto l’unica alternativa che gli rimane per essere competitivi è di svalutare… immaginate cosa? Gli stipendi, il nostro lavoro. Da cui sempre meno consumi, più aziende in crisi e ancor più carburante per la spirale.

In questo modo intere nazioni e i loro governi cadono nelle mani della “classe predatrice” degli investitori, speculatori e delle grandi corporations. L’economista americano Robert E. Prasch del Middlebury College ricorda il caso dell’Irlanda dopo la crisi finanziaria che “costretta a vivere sotto una politica economica imposta da controllori straniere non eletti e che non danno conto a nessuno – proprio come le accadde negli 800 anni di egemonia inglese(38). Le persone soffrono immensamente, ma gli viene ‘venduto’ il mantra dei sacrifici necessari per salvare l’economia. E’ una menzogna, veramente un inganno criminoso. E ora gli squali arrivano a banchettare sulla catastrofe della Spirale della Deflazione Economica Imposta, ecco come:

Prima cosa, le corporations Neomercantili si vedono consegnare masse di occidentali disoccupati e sottoccupati che si fanno la guerra per pochi posti di lavoro e sono disposti ad accettare stipendi vergognosi, meno diritti e più ore. Le corporations traggono da ciò un ovvio costo-­‐vantaggio sui mercati export internazionali, che è dove veramente gli interessa stare. In altre parole, “immense sacche di lavoro pagato quasi alla cinese, ma qui a casa loro(39) che si uniscono alla manodopera già de localizzata nel Sud del mondo per garantirgli super profitti. Il caso della Germania è emblematico: negli ultimi 5 anni le corporations tedesche hanno goduto un aumento di produttività del 35% con gli stipendi che crescevano della metà rispetto alla media europea (40). Ed è così che masse di lavoratori più poveri portano fortune nelle tasche dei Neomercantilisti. Come ha scritto il capo economista della scuola Modern Money Theory, Randall Wray, “Loro pensano che più la deflazione economica divora una nazione, più diventa il paradiso delle speculazioni, dell’export competitivo, e delle privatizzazioni selvagge(41). Questo stato di cose è la predizione del già citato economista francese Francois Perroux che si avvera 60 anni più tardi. Aveva detto: “Il futuro garantirà la supremazia alla nazione o alle nazioni che imporranno la povertà che genera super profitti e quindi accumulo(42). Inoltre, la Spirale della Deflazione Economica Imposta aprirà le porte agli speculatori che affonderanno i denti su di noi e ci dissangueranno ancor di più. Ecco come.

  1. Ci puoi scommettere…

Scommettere i propri soldi negli affari con la speranza di farne di più non è alcunché di particolarmente nuovo. Ne La Politica, Aristotele ci racconta di come il filosofo Talete già nel VI secolo avanti Cristo aveva piazzato una scommessa vincente sul raccolto di olive dell’anno successivo, sbancando il mercato. Tuttavia, uno degli sviluppi più inquietanti della modernità è stata la sofisticatezza delle scommesse finanziarie. Fino a pochi anni fa pochissime persone, sia fra la gente che fra gli intellettuali, avevano mai sentito parlare di ‘derivati’. Si tratta di prodotti finanziari il cui valore deriva da qualcos’altro: può essere un evento politico, o finanziario o pesino naturale che determina il valore finale di questi prodotti, oppure movimenti di azioni, titoli o risorse ecc. Sono operazioni rischiose che possono essere gestite con successo solo da investitori di professione. Soprattutto, sono il prodotto di costrutti matematici complicatissimi, inventati dai migliori talenti matematici delle università. Chiunque altro trova difficilissimo capire qualcosa in questi labirinti finanziari, persino i manager che li commissionano. Il governatore della Banca Centrale Europea, Jean Claude Trichet, è agli atti per aver detto che non ne capisce nulla: “Stiamo cercando di capire cosa sta succedendo, ma è una sfida pazzesca”, dichiarò (43). Il prestigioso Financial Times mise assieme un team di specialisti guidato da Gillian Tet che sgobbò per un anno prima di cominciare a comprenderli.

I loro nomi sono ugualmente astrusi: Credit Default Swaps, Credit Default Obligations, Banner Swapping, Over the Counter contracts, e altri. Ma quello che ci preoccupa qui è di svelare come questi derivati stiano aiutando le elite ad estrarre immensi profitti dalla rovina di intere nazioni. Come si è visto queste nazioni possono essere spinte in una spirale di guai economici che avvantaggiano i Neomercantilisti. Uno degli elementi centrali della Spirale della Deflazione Economica Imposta è il panico dei mercati per il debito pubblico degli Stati, che si scatena soprattutto quando le agenzie di rating mostrano nervosismo nei confronti della possibilità di certi governi di onorare i propri titoli di Stato. Se questo nervosismo non cala rapidamente, i debiti nazionali vengono inchiodati al muro e il plotone d’esecuzione dei soliti noti non avranno pietà. A questo punto gli speculatori – singoli, Hedge Funds o istituti finanziari privati – scateneranno un’ondata di scommesse contro quei debiti instabili usando proprio i derivati. Le scommesse, si badi bene, saranno quasi tutte truccate e gli frutteranno fortune. Ecco alcuni casi semplificati per capire come funzionano.

Esempio 1. La Grecia è sull’orlo del baratro. Il suo debito nazionale è sotto il fuoco nemico, gli interessi che paga per convincere gli investitori a comprare i suoi titoli di Stato sono altissimi. Naturalmente nel momento in cui i suoi tassi si alzano, il valore dei suoi titoli crolla. Questo è il momento giusto per gli speculatori di piazzare le loro scommesse coi derivati contro il debito greco. La loro scommessa è che il debito crollerà di valore ancor più. Prendono in prestito una porzione di debito greco del valore di (es.) 500; lo rivendono immediatamente per quel valore e intascano 500. Poi aspettano per vedere se la loro predizione sul calo del valore del debito si avvera, e immaginiamo che accada (per ragioni che chiarisco fra poco); a quel punto gli speculatori ricomprano la stessa porzione di debito greco che ora vale solo 400, e lo restituiscono. Hanno incassato 100, puliti. (tenete in considerazione che quando parlo di queste cifre semplificate mi riferisco a milioni di Euro o miliardi)

Esempio 2. Siamo sempre in Grecia. Uno speculatore fa un patto con un altro: gli venderà alla fine del mese una porzione di debito greco del valore di 500. L’altro si impegna a comprare quel debito per 500. Il primo speculatore in realtà non possiede alcun debito greco, ma scommette che esso calerà di valore prima della fine di quel periodo. L’altro invece scommette nella direzione opposta, cioè che il valore del debito si alzerà. Quindi, se il debito si deprezza,

il primo uomo vince: alla fine del mese comprerà quella porzione per (es.) 400 e lo potrà vendere all’altro per la cifra concordata di 500. Ci guadagna 100. Nel caso contrario, se il debito invece si alza di valore, l’altro vince: comprerà la porzione per i concordati 500 mentre ora vale (ad es.) 600.

Esempio 3. Necessita di una breve spiegazione. Nel mondo della finanza internazionale ci sono delle specie di polizze assicurative che un investitore può acquistare per proteggersi da eventuali perdite o scommesse sbagliate. Si chiamano Credit Default Swaps (CDS). Se l’investitore scommette su qualcosa di molto rischioso, l’assicuratore alzerà il prezzo della polizza CDS. Quindi nel mondo dei mercati finanziari il prezzo in rialzo di questi CDS segnala che un investimento è rischioso o instabile. I CDS vengono venduti anche per proteggere chi possiede un pezzo di debito sovrano (titoli) contro la possibilità che esso si deprezzi a causa del giudizio negativo delle agenzie di rating. Ok, torniamo in Grecia. Un gruppo di speculatori compra molte polizze CDS contro il deprezzamento del debito greco, mentre scommettono proprio che il deprezzamento accadrà davvero. Possono fare questo anche se non posseggono alcun titoli di debito, come dire che uno si assicura su una casa che non è sua. Ma attenzione alla sequenza: l’acquisto di molti CDS sul debito greco ne alza il prezzo, e siccome il loro prezzo in rialzo segnala che l’oggetto assicurato è rischioso e instabile, i mercati penseranno che il debito greco è a rischio di instabilità. In risposta a questo allarme, le agenzie di rating declasseranno il debito di Atene, e per l’effetto domino il prezzo dei CDS sulla Grecia considerata ora rischiosissima salirà ancora, e gli speculatori, che ne avevano acquistati molti, li possono rivendere con profitto.

Tutte queste scommesse si chiamano fare “shorting”. E sono tutte e tre truccate. Ecco perché: in tutti gli esempi il fattore cruciale nella vittoria delle scommesse è che il debito si deprezzi, perda valore. Sappiamo da quanto detto in precedenza che le ricette Neoclassiche, Neomercantili e Neoliberiste che vengono sempre applicate alle economie nei guai sono specificamente studiate per spedirle dritte nella Spirale della Deflazione Economica Imposta. Quando questo succede, i debiti nazionali appariranno sempre più instabili e di sicuro perderanno di valore con le bocciature delle agenzie di rating. Per cui gli speculatori scommettono su qualcosa che è quasi garantito che accada, mentre i loro ‘amici’ al Fondo Monetario Internazionale e alle agenzie di rating gli spianano la strada. E’ come scommettere che le tue finestre andranno in pezzi perché so che un mio amico stanotte gli tirerà le pietre. Ma nel terzo esempio le cose sono anche più criminose. Infatti, anche se per case un dato debito sovrano non era particolarmente a rischio, l’acquisto da parte degli speculatori di masse di CDS su quel debito è spesso sufficiente per causare il panico che ne causerà il deprezzamento, assicurando agli speculatori ciò che cercano. Ciò accade più facilmente nel caso di Stati con un debito denominato da una moneta non sovrana, come noi dell’Eurozona.

Ora si faccia attenzione: si sta parlando di scommesse che destabilizzano intere nazione e le loro famiglie, lavoratori, aziende. Già esse stanno soffrendo sotto la Spirale della Deflazione Economica Imposta, e questi speculatori le spingono sempre più sull’orlo del burrone. Essi incasseranno fortune mente milioni di cittadini dovranno vivere sempre più nell’incertezza, nell’indigenza, nella disoccupazione, e senza che veramente fosse necessario. Questi criminali saltano da una nazione all’altra nei loro attacchi, e nessuno li può fermare.

 

  1. Vendere l’argenteria di casa.

E ora arrivano gli investitori d’elite. Si piazzano al centro della Spirale della Deflazione Economica Imposta e giocano il ruolo dei volenterosi compratori dei beni pubblici per aiutare  i governi a ridurre i deficit. Le privatizzazioni a man bassa sono uno dei pilastri della “Shock Therapy” che i manovratori Neoliberisti somministrano alle nazioni indebitate. Ma anche qui l’inganno è totale. Non solo perché è proprio il dogma economico delle elite degli investitori che ha sospinto quei governi nella Spirale della Deflazione Economica Imposta e nelle necessità di privatizzare, ma anche perché sappiamo che qualsiasi Stato con moneta sovrana non ha alcun bisogno di privatizzare alcunché per onorare i suoi debiti. Ma continuiamo, perché la truffa diventa ancora più perfida di così. Infatti è noto che le nazioni oberate dalla Spesa a Deficit Negativa e sottoposte all’Isteria da Deficit di solito privatizzano tutto ciò che possono per racimolare denaro per pareggiare il bilancio. Tuttavia a causa della Spirale della Deflazione Economica Imposta in cui sono state costrette dai noti manovratori, i loro beni sono svalutati poiché appartenenti ad economie svalutate. Verranno così venduti sottoprezzo. In questo modo gli investitori d’elite potranno acquisire a prezzi stracciati beni pubblici che costarono generazioni di lavoratori per essere edificati, spesso con immensi sacrifici. I cittadini vengono posti nella grottesca condizione descritta con sagacia dal primo ministro inglese Harold Macmillian come quella di chi “Deve vendere l’argenteria di famiglia” … “solo per poi doverla noleggiare per mangiare la cena”, aggiunse molti anni più tardi un altro perspicace commentatore (44). Ed è proprio così. Infatti anche uno sguardo distratto alla storia delle privatizzazioni sia in Occidente che nei Paesi in via di Sviluppo, ci mostra l’evidenza di un guadagno finanziario microscopico per gli Stati, e quindi un impatto minimo sulla riduzione del deficit, a fronte di aumenti delle bollette per i cittadini in tutti i servizi privatizzati che una volta erano pubblici, fra cui molti che prima erano erogati gratis (45).

E’ una questione di semplice logica: i servizi ai cittadini come la Sanità o l’istruzione non possono essere condotti come business per profitto, anche solo per il fatto che l’età anziana si sta espandendo demograficamente, e a causa dei crescenti standard scolastici dei ragazzi. Profitti in questi settori significa solo una cosa: l’esclusione dalle fila dei clienti di coloro che non hanno mezzi a sufficienza per pagare, come già accade di regola nei sistemi privati di USA e GB.

Dunque gli investitori d’elite acquisiscono pezzi di beni pubblici scontati, ma qui la strategia diventa ancor più socialmente devastante per almeno altri due fenomeni: le slimming down operations (operazioni di dimagrimento) e la captive demand (la richiesta prigioniera). Le prime sono un trucco che usano i mercati azionari per strizzare più valore possibile da un’azienda privatizzata senza per nulla curarla: il nuovo management farà ‘dimagrire’ il numero di dipendenti licenziandoli con la scusa dei tagli necessari a riportare l’azienda in attivo. Lo Stato è spesso chiamato a operare la Spesa a Deficit Negativa per rimediare alla disastro sociale per i lavoratori. L’azienda viene ora vista dagli investitori come appetibile perché ha ridotto il costo del lavoro, e vede subito un rialzo del valore delle sua azioni; il management ne incasserà bonus di fine anno favolosi, senza curarsi troppo del destino di quella attività. La richiesta prigioniera è invece una strategia di investimento sicuro che va sempre più di moda fra le elite: esse si precipitano a comprare i servizi essenziali ai cittadini che i governi privatizzano – acqua, luce, gas, autostrade, treni, Sanità, telefonia persino carceri o cimiteri – perché questi sono servizi di cui il cittadino non può fare a meno, ed è costretto a richiederli, cioè a pagarli. Possiamo rinunciare all’ultimo Ipad, possiamo decidere che non saremo clienti dei ristoranti quest’anno, ma non possiamo smettere di bere, cucinare, scaldarci, guidare al lavoro o seppellire un caro defunto. Diventiamo così clienti ‘prigionieri’ di quei servizi privati, e quindi contribuenti forzati ai profitti di chi li possiede e a qualsiasi prezzo. L’economista Randall Wray ci ricorda che “l’uomo più ricco del mondo è Carlos Slim che possiede le Telecom messicane. I messicani sono in maggioranza poverissimi, ma non possono smettere di usare il telefono, magari mangiano di meno, ma la bolletta Telecom devono pagarla”.

Aggiungiamo un piccolo pezzo a questa vergogna: per ogni grande privatizzazione di beni pubblici, le grandi banche d’investimento sono chiamate a fornire i loro servigi, e incassano parcelle milionarie che si aggiungono poi al costo totale della privatizzazione. E indovinate chi lo pagherà?

Riassumendo: impoverire un’intera economia permette agli investitori d’elite di acquisire beni pubblici immensi a prezzi stracciati, di incassare su questi anche bonus finanziari favolosi e di forzare i cittadini a pagare i futuri servizi a qualsiasi prezzo essi saranno forniti.

 

  1. Il gran finale GATS…

E alla fine c’è il GATS, il gran finale che le elite stanno preparando per questa parte del loro piano. Come già ricordato, esse tenteranno sempre di cementare i loro interessi in leggi sovranazionali. GATS significa Accordo Generale per il Commercio dei Servizi ed è uno dei capitoli più allarmanti dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) che si sta discutendo ora fra i suoi 153 Paesi membri. Una volta ratificato da essi, il GATS diventerà legge nazionale e le nazioni che lo violano saranno passibili di multe pesantissime decise da un tribunale dell’OMC (46). GATS tratta proprio di servizi, fra cui in primo piano sono quelli essenziali. Esso impone agli Stati di comporre entro una certa data una lista di servizi pubblici da privatizzare, e a tutt’oggi già diverse scadenze sono passate a causa dei litigi fra governi. Detto ciò, e non potendo qui scrivere un trattato su questo accordo immenso, è di rigore sottolineare alcuni punti: GATS nutre le ambizioni delle elite Neoliberiste poiché il suo scopo generale è di strappare agli Stati, cioè privatizzare, il maggior numero di servizi possibili, come l’istruzione, Sanità, pensioni, acqua, fognature, librerie, utenze, bus scolastici, servizi d’emergenza ecc. Semplicemente esso fornisce lo schema legale futuro della notoria ‘richiesta prigioniera’ (leggi sopra) e contiene regole che proibiscono ai governi nazionali e anche a quelli locali/regionali di far valere molte legislazioni che oggi sono favorevoli ai consumatori, ai lavoratori e anche a certe aziende. Questo perché il cuore di tutti gli accordi sovranazionali dell’OMC, e dunque anche del GATS, è il principio del “meno restrittivo possibile” per il Libero Mercato. Esso afferma che se una legge nazionale o locale ostacola il libero flusso del commercio – per motivi di protezione della salute/ambiente, per promuovere un settore di lavoro nazionale, o per proteggere le aziende locali dall’assalto delle multinazionali – allora tali regole possono essere contestate presso il tribunale dell’OMC a Ginevra. In esso, tre tecnocrati non eletti hanno il potere di sanzionare con multe immense lo Stato che disobbedisce all’accordo (così immense che persino gli USA cedettero in passato). E’ così che GATS, una volta ratificato, spedirà milioni di cittadini – abili o disabili, giovani o vecchi, sani o ammalati – nelle mani di fornitori di servizi essenziali privati alla rincorsa solo di profitti e senza neppure regolamenti pubblici che ci proteggano (47). GATS è l’ennesimo capitolo del piano delle elite di evirare gli Stati sovrani in qualsiasi modo.

Riassumendo: un accordo dal potere sovranazionale in via di approvazione fra 153 governi li costringerà a consegnare ai grandi investitori i sevizi essenziali, e questi piomberanno a far profitti favolosi. Una rapina scolpita in leggi inattaccabili.

 
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